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Lunedì, 25 Giugno 2012 17:21

Catch & Release

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Il rilascio dei pesci catturati dai pescatori ricreativi è prescritto dai regolamenti, ad esempio per i pesci di misura inferiore a quella minima di legge o per quelli che eccedono il limite di carniere giornaliero, ma viene anche praticato volontariamente come misura di conservazione attraverso la riduzione del prelievo di risorse.

E' importante sapere come rilasciare per ridurre al minimo o eliminare i possibili danni ai pesci rilasciati.
Ecco quali sono le cose da sapere e un elenco di regole di comportamento per tutte le tecniche di pesca ricreativa con amo e lenza.

 

Dal punto di vista del miglior utilizzo delle risorse della pesca ai fini di resa economica, il pesce catturato dalla pesca ricreativa produce un reddito più elevato rispetto a quello ricavabile dalla sua destinazione al mercato ittico. Se lo stesso pesce viene rilasciato correttamente il reddito riferibile alla sua cattura viene prodotto ugualmente senza però che il pesce sia effettivamente sottratto dall’ambiente.

Con una corretta  pratica del rilascio lo sforzo di pesca si riduce al minimo così come l’ impatto della pesca ricreativa sulle popolazioni ittiche mentre se ne ottimizza la resa economica.

Il rilascio dei pesci da parte dei pescatori ricreativi  deve essere  nettamente distinto dal “rigetto” dei pesci praticato dalla pesca commerciale.  Con il rigetto infatti il pesce viene sottratto dal suo ambiente al quale torna morto mentre con il rilascio il pesce torna  in acqua vivo ed indenne.

La pratica del rilascio presuppone che i pesci che vengono rilasciati sopravvivano. Un rilascio corretto è fondamentale per evitare la morte postuma del pesce a causa di danni dovuti alla sua cattura e cattiva manipolazione. Se eseguito correttamente, il rilascio  ha successo con  minimo o nessun danno per il pesce.

Nonostante la diffusione delle pratiche di rilascio (C&R), si riscontra una scarsa conoscenza  della mortalità da rilascio e di quanto una buona tecnica di rilascio possa evitarla. .

La mortalità da rilascio è la morte che può incorrere qualche tempo dopo il rilascio stesso, quando il pesce è già tornato nel suo ambiente, per cui raramente il pescatore se ne accorge. Il tempo di cattura prolungato può provocare esaurimento fisico caratterizzato da acidosi marcata e da  altre risposte fisiologiche negative.  Alcune  conseguenze dello stress causato dal C&R, anche se in modo non uniforme nelle diverse specie, possono essere:  riduzione della crescita, compromissione del successo riproduttivo e aumentata suscettibilità alle malattie ed agli agenti patogeni.

Il C&R può essere  fisiologicamente stressante, ma sia lo stress e quindi la mortalità che ne può conseguire, sia  altri danni per il pesce,  possono essere ridotti al minimo o eliminati seguendo alcune semplici regole di comportamento.

Come rilasciare bene

Il tipo di amo utilizzato per la cattura influisce sul successo del rilascio. Gli ami circle in asse  (non offset)  tendono a ridurre drasticamente danni fisici e mortalità evitando l’aggancio in zone sensibili. Gli ami circle disassati (offset) non sono altro che  ami J travestiti da circle e  pertanto possono agganciare il pesce in zone sensibili provocando danni.

Gli ami senza ardiglione riducono il tempo di rilascio grazie alla facilità di rimozione, diminuendo la mortalità associata alla eccessiva manipolazione per le operazioni di slamatura.

Nella pesca con esca artificiale gli ami singoli e doppi causano meno danni rispetto alle ancorette che sarebbe meglio evitare. La mortalità da C&R risulta significativamente maggiore con esche naturali che con esche artificiali anche per la facilità di lesioni dovute ad un aggancio in profondità, in zone quindi maggiormente sensibili.  Nel caso di agganci profondi la mortalità è ridotta  se l'amo viene lasciato nel pesce invece che estratto riducendo così le possibilità di  sanguinamento. Anche se un pesce sanguina può ancora avere buone possibilità di sopravvivenza. Se lo si vuole rilasciare non va ucciso semplicemente perché sanguina, è possibile  valutare le possibilità di sopravvivenza in quanto la morte a causa di dissanguamento avviene in un tempo molto breve,   La ripresa può richiedere un pò di tempo.


Quando i pesci vengono catturati e recuperati rapidamente da acque profonde subiscono lesioni da depressurizzazione (barotrauma). Volendo  rilasciare pesci pescati in profondità occorre recuperarli lentamente, per farli acclimatare alla differente pressione che c’è tra la profondità in cui  sono  stati pescati e la superficie. Sono sconsigliate le pratiche di svuotamento dell'aria ottenute bucando la vescica  del pesce, è opportuno invece  utilizzare procedure che permettano di riportare il pesce alla profondità dalla quale è stato catturato.

I piccoli pesci pelagici possono essere rilasciati in verticale facendoli entrare in acqua in velocità: questo induce una rapida riossigenazione e quindi una pronta ripresa.

Evitare di spiaggiare i pesci , di trascinarli su pietre o ghiaia o di poggiarli sullo  scafo della barca. L'uso di guadini dovrebbe essere limitato per evitare danni dovuti alla rimozione dello strato di muco che protegge il pesce dagli agenti patogeni.  Quando l'uso di un retino è necessario, anche per ridurre altri tipi di stress, è meglio utilizzarne uno di gomma o a maglia senza nodi, con fondo ampio che permetta al pesce di rimanere steso.

Il successo del rilascio dipende anche dalla temperatura. La mortalità è maggiore con temperature molto basse o molto alte e con l’esposizione all'aria quando questa abbia una temperatura molto diversa da quella dell'acqua.

L'esposizione all'aria deve essere comunque minimizzata così come i tempi di recupero del pesce catturato.

Usare sempre un finale di materiale il più resistente possibile ed attrezzature non sotto dimensionate rispetto alla taglia dei pesci.

Pescando da terra, prima di pescare identificare i punti migliori per salpare il pesce evitando di portarlo su rocce e pietre.

La nostra temperatura corporea è di gran lunga superiore a quella dei pesci ed il nostro sudore particolarmente acido: questo potrebbe indurre la formazioni di ulcere, successivo focolaio di infezioni, favorendo inoltre il contagio di batteri e miceti saprofiti che  possono essere patogeni per i pesci.

Manipolare il pesce esclusivamente con guanti bagnati oppure senza toccarlo semplicemente utilizzando un lipper tool (tipo boga grip), per trattenerlo, meglio se senza alzarlo dall'acqua. L’utilizzo dei lipper tool sospendendo il pesce per il labbro è una pratica da sconsigliare, nel caso è necessario sostenerlo anche per la pancia.

In caso sia necessario salpare il pesce in barca assicurarsi di posarlo su una superficie piana e umida per le operazioni di slamatura. Un morbido asciugamano bagnato o l'apposito materassino sono ideali. Tenere il pesce a pancia in alto può essere utile per tranquillizzarlo in fase di slamatura. I pesci producono quasi tutta la loro energia dai movimenti della pinna caudale, mantenere la coda ferma su una superficie piana aiuta a tenerli fermi e tranquilli.

Linee guida per corrette pratiche di  C&R

  • - Usare ami circle non offset ( in linea)  per ridurre la possibilità di aggancio profondo.
  • - Usare ami senza ardiglione perché più facili e veloci da rimuovere.
  • - Usare ami singoli di dimensioni adeguate alle prede invece che ancorette o ami sovradimensionati
  • - Evitare l'uso di ami in acciaio inox che  hanno bisogno di più tempo per corrodersi se lasciati nel pesce.
  • - Preferire esche artificiali per ridurre gli agganci profondi
  • - Usare attrezzature potenti per accorciare i tempi di cattura ed evitare la rottura della lenza lasciando l'amo nel pesce.
  • - Recuperare il pesce il più rapidamente possibile (ad esclusione di quelli catturati ad elevata profondità) per evitarne l'esaurimento fisico.
  • - Non appoggiare il  pesce sulla sabbia, su rocce, su scafi di imbarcazioni
  • - Limitare l'uso delle reti e quando necessario utilizzarne del tipo in gomma morbida o senza nodi.
  • - Mantenere i pesci in acqua il più possibile per ridurre al minimo l'esposizione all'aria.
  • - Non mettere mai le dita nelle branchie o negli occhi.
  • - Non tenere i pesci pesanti dalla mascella in quanto ciò potrebbe danneggiare la mandibola e le vertebre.
  • - Tenere pesci di grandi dimensioni in posizione orizzontale e sostenerne il corpo per evitare danni agli organi interni.
  • - Usare le mani bagnate o guanti di panno umidi per manipolare  il pesce.
  • - Fotografare il pesce lasciandolo in acqua o predisporre la  fotocamera prima di sollevarlo dall'acqua per ridurre al minimo l'esposizione all'aria.
  • - Avere pronte delle pinze a becco lungo per la slamatura
  • - Rimuovere l'amo rapidamente, mantenendo il pesce in acqua.
  • - Se il pesce è agganciato profondamente, non cercare di slamarlo ma tagliare il filo e rilasciare il pesce il più rapidamente possibile.
  • - Per i pesci catturati in profondità e soggetti a barotrauma evitare il recupero veloce verso la superficie e non svuotare la  vescica natatoria forandola ma usare un ”ascensore” (cassetta rovesciata o  gancio piombato) per riportarli alla profondità alla quale sono stati catturati
  • - Rianimare il pesce fino a  quando non appare vitale e combattivo prima di lasciarlo.
  • - Se c'è corrente, tenere il pesce in posizione, rivolto verso la corrente.
  • - Se non c'è corrente, spostare delicatamente il pesce avanti e indietro in acqua fino a che i movimenti delle  branchie tornano normali e il pesce è in grado di mantenere l'equilibrio.
  • - Per i pelagici lanciare il pesce in acqua  in verticale per permettere una più facile ripresa.

 

Vedi anche Catch (Tag) & Release Guida per il pescatore

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