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Venerdì, 05 Febbraio 2016 09:08

Occhi puntati sul Mediterraneo

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A Catania, il 9 e 10 febbraio 2016 si svolgerà  una due giorni co-organizzata dalla Commissione Europea DG MARE e dal Consiglio Consultivo del Mediterraneo MEDAC

Durante  il “Seminario di alto livello sullo stato degli stock del Mediterraneo”  alcuni rappresentanti del mondo scientifico presenteranno un quadro sullo stato delle risorse. A seguire una tavola rotonda cui parteciperanno amministrazioni e portatori di interesse dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, per discutere della situazione allarmante in cui versano le risorse ittiche del nostro amato mare.

Il presidente pro-tempore del MEDAC, Dott. Giampaolo Buonfiglio,  presenterà un documento  che rappresenta il punto di vista dei portatori di interesse del Mediterraneo, una sorta di testo di compromesso derivato dalle esperienze dei soggetti coinvolti: dalla pesca professionale a quella ricreativa e sportiva, alle ONG ambientaliste etc. Lo renderemo disponibile nei giorni successivi all’evento.

Le organizzazioni di pesca ricreativa e sportiva del MEDAC hanno inoltre ritenuto necessario dare un proprio specifico contributo, in quanto soggetti che stanno in qualche modo “nel mezzo” tra due esigenze diverse tra loro: lo sfruttamento da parte della pesca commerciale e i principi di conservazione da parte delle ONG ambientaliste. APR è nel MEDAC in rappresentanza della European Anglers Alliance EAA, pertanto il nostro contributo viene rappresentato, sui documenti del MEDAC, sotto la sigla EAA.

Tale contributo è stato inviato dal Segretariato del MEDAC  a tutti i membri del MEDAC, a tutte le amministrazioni della pesca degli Stati EU che si affacciano sul Mediterraneo, agli europarlamentari della Commissione PECH del Parlamento Europeo.
Potete scaricare l’ AGENDA dell’evento direttamente dal sito della Commissione Europea.

Scarica il contributo specifico delle organizzazioni della pesca ricreativa in inglese.

Qui di seguito la traduzione in italiano:

 

 

EAA – CIPS – IFSUA – EFSA – FIPSAS - BGI

 

 

CONTRIBUTO al SEMINARIO DI ALTO LIVELLO

di tutti i membri della Pesca Ricreativa del MEDAC

 

Secondo l’ambiente scientifico la maggiore sfida nel Mediterraneo è la riduzione delle catture almeno del 50% e l’aumento della selettività per raggiungere livelli di sostenibilità, ma questa non è a nostro avviso l’unica sfida.

 

Crediamo che gli ecosistemi della primissima fascia costiera siano stati completamente ignorati nella gestione della pesca. La gestione della pesca manca di prospettiva ecologica. L'ecologia degli ecosistemi costieri deve essere compresa e presa in considerazione nella definizione delle misure tecniche e di gestione. E attualmente, questo non accade.

 

Le acque costiere ed in particolare quella vicino alla riva, sono habitat permanenti o occasionali di molte delle specie tra quelle di maggior pregio nel Mediterraneo. Se non comprendiamo cosa sta succedendo in questo contesto, come le specie interagiscono, chi, quando e in quale misura le prende di mira, come possiamo aspettarci di avere misure di gestione appropriate e mari in salute?

 

Indirizzare una adeguata conoscenza e gestione delle acque della prima fascia costiera è, a nostro avviso, di primaria importanza per ottenere un Mediterraneo in salute. E per questo è essenziale l'integrazione di tutti i portatori di interessi. La pesca ricreativa è stata completamente ignorata e continua ad esserlo. Dovrebbe invece essere inclusa nei piani di gestione delle acque costiere e riconosciuta come portatore di interessi con pieni diritti. Se osserviamo cosa il Regolamento Mediterraneo e la Politica Comune della Pesca (PCP) dicono della pesca ricreativa leggiamo questo: “occorre garantire che essa venga praticata in modo tale da non interferire in misura significativa con la pesca commerciale.

 

Ciò è totalmente inaccettabile! Le risorse della pesca sono un bene comune mentre i regolamenti danno priorità al loro sfruttamento commerciale sugli interessi di tutti gli altri fruitori.

 

Parlare di pesca ricreativa come di una semplice attività di svago che può essere sostituita da una qualsiasi altra, è una visione semplicistica. In aggiunta ai molti benefici sociali forniti dalla pesca ricreativa e ampiamente riportati nella letteratura scientifica, dobbiamo aggiungere una industria completamente sviluppata legata alla attività, che ha lo stesso diritto di sostentarsi dalle risorse della pesca come ce l'ha a pesca commerciale. La sfida per i gestori è adesso di integrare sia la pesca commerciale che quella ricreativa in piani di gestione efficaci sviluppati insieme.

 

Anche l'implementazione dei controlli è fondamentale. Gli Stati Membri investono denaro nei controlli in modo spesso non efficace. Le misure di controllo dovrebbero essere razionalizzate per renderle più efficaci con le stesse risorse economiche. Un modo facile è controllare la filiera, dal porto al mercato ed anche ai ristoranti.

 

La nostra comunità è l'unica, diversa dalle ONG ambientaliste, che può fornire una opinione differente da quella dei pescatori commerciali, e questo è molto importante. Come possono gli scienziati essere a conoscenza di quanto sta realmente accadendo negli ecosistemi costieri se ascoltano solo una parte della storia?

 

Dall'altra parte abbiamo il modo in cui viene gestita la pesca ricreativa. I gestori sono completamente ignari (non sappiamo dire se deliberatamente o meno) delle alternative di gestione esistenti fornite dalla scienza e riguardanti la pesca ricreativa. Sembra che abbiano imparato solo due misure, o completa permissività o divieto totale dell'attività. Ciò accade in special modo nelle AMP. La pesca ricreativa è spesso vietata senza alcuna valutazione del suo impatto mentre la piccola pesca commerciale è permessa, ancora senza nessuna valutazione delsuo impatto. E' un approccio iniquo che crea scontento nella nostra comunità.

 

La comunità della pesca ricreativa annovera persone molto preparate ma la maggior parte di loro sono volontari. Per coinvolgere queste persone nel lavoro dei Consigli Consultivi e in quello della CGPM - cosa che richiede un grande impiego di tempo - occorrono maggiori finanziamenti. La comunità della pesca ricreativa deve avere un migliore accesso ai finanziamenti della UE per poter aiutare a migliorare la raccolta dati e la gestione della pesca nell'area del Mediterraneo. I finanziamenti sono necessari per coinvolgere le persone nei processi consultivi così come nella conduzione di sondaggi, per organizzare ed intervenire ad eventi e incontri rilevanti per la gestione della pesca e per i decisori. La pesca ricreativa in mare è poco organizzata - e povera in termini di soldi e di manodopera da dedicare alla politica della pesca - in alcuni paesi UE o non UE del bacino del Mediterraneo.

 

Queste sono alcune delle misure urgenti che dovrebbero essere prese riguardo alla pesca ricreativa:

 

- Dovrebbe essere riconosciuta nelle norme marine e della pesca come portatore di interessi con pieni diritti.

 

- Dovrebbero essere sviluppati specifici piani di gestione costieri con particolare attenzione alla primissima fascia costiera e dovrebbe esservi inclusa la pesca ricreativa.

 

- L'impatto e il valore socio economico della pesca ricreativa dovrebbero essere valutati senza pregiudizio.

 

- I regolamenti di pesca ricreativa, principalmente in termini di limiti di carniere e di attrezzi consentiti, dovrebbero essere rivisti sia a livello di UE (per le regole comuni) che di Stati Membri.

 

Infine, e per meglio comprendere la pesca ricreativa nel Mediterraneo, vogliamo sottolineare la necessità di prendere in considerazione il lavoro che è stato fatto durante l'ultimo anno e le opinioni espresse dal Gruppo di Lavoro sulla Pesca Ricreativa del MEDAC.

 

2 febbraio, 2016

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