Oltre alle consolidate esperienze di Piemonte e Lombardia questa opportuna forma di 'gestione di bacino' si sta diffondendo in altre regioni italiane quali Toscana, Basilicata, Campania ed Umbria, con differenze a livello di stadi di sviluppo e applicazione, ma con il comune obiettivo della gestione sostenibile delle risorse idriche.
I “Contratti di fiume” si configurano come strumenti di programmazione negoziata interrelati a processi di pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali.
L’aggettivo “strategico” sta ad indicare un percorso di co-pianificazione in cui la metodologia ed il percorso stesso sono condivisi in itinere con tutti gli attori (stakeholders). Tali processi sono infatti finalizzati alla realizzazione di scenari di sviluppo durevole dei bacini elaborati in modo partecipato, affinché siano ampiamente condivisi.
Il concetto di "riqualificazione dei bacini", nell'ambito dei Contratti di Fiume, è inteso nella sua accezione più ampia e riguarda tutti gli aspetti paesistico-ambientali del territorio. Esso include quindi processi di natura idrogeologica e geomorfologica, di evoluzione degli ecosistemi naturali e antropici.
Il Contratto di Fiume è quindi la sottoscrizione di un accordo che permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo prioritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale.
Gli elementi che entrano in gioco in questo accordo sono:
- una comunità (comuni, province, ato, regione, associazioni, imprese, cittadini, ecc.)
- un territorio (suoli, acque, insediamenti, aria, ecc.)
- un'insieme di politiche e di progetti a diverse scale/livelli
Questi elementi, da sempre in relazione tra loro, devono quindi essere orientati verso obiettivi condivisi di riqualificazione attraverso adeguati processi partecipativi.
Obiettivi del Contratto di Fiume:
- riduzione dell'inquinamento delle acque;
- riduzione del rischio idraulico;
- riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici e dei sistemi insediativi afferenti ai corridoi fluviali;
- condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell'acqua.
Visti i risultati positivi è crescente l'attenzione che la Commissione Europea ripone sui Contratti di Fiume, considerandoli una risposta di successo alle esigenze di protezione delle risorse idriche e a quelle più ampie di governance del territorio, temi che saranno nuovamente centrali nelle politiche di sviluppo Europa 2020.
Cresce anche l’attenzione dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico verso un fenomeno in larga diffusione tanto da portare la Carta Nazionale dei Contratti di Fiume ad un riconoscimento nella normativa nazionale (testo già presentato alla Conferenza Stato-Regioni).
Le prime “Linee Guida regionali per l’attuazione dei Contratti di Fiume e di Lago” sono state emanate dalla Regione Piemonte .
Il prossimo tavolo nazionale dei Contratti di Fiume è previsto per l'autunno 2012 a Bologna.
Materiale informativo sul convegno e pubblicazioni sono scaricabili nell'apposita sezione sul sito della Regione Piemonte
Per approfondimenti visitare il sito http://www.contrattidifiume.it