La European Anglers Alliance (EAA) e la European Fishing Tackle Trade Association (EFTTA) stanno indirizzando ai Membri del Parlamento Europeo una campagna promozionale perché la pesca ricreativa in mare possa avere una migliore considerazione nella imminente riforma della Politica comune della Pesca (CFP).
REGOLAMENTO (CE) N. 2371/2002 DEL CONSIGLIO del 20 dicembre 2002
relativo alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell'ambito della politica comune della pesca
Regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio del 21 dicembre 2006
relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo
e recante modifica del regolamento (CEE) n. 2847/93 e che abroga il regolamento (CE) n. 1626/94
"La PCP inizia un nuovo processo di riforma. Il presente Libro verde intende stimolare un dibattito a questo riguardo, dal quale la Commissione possa trarre contributi e orientamenti operativi."
DIRETTIVA 2000/60/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 23 ottobre 2000
che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque
"Catch & Release, una filosofia di pesca responsabile"
Salone Nautico Internazionale di Genova 8 ottobre 2010
(di L. Pisano)
Il palazzo convegni del Salone Nautico di Genova 2010 ha visto tra gli eventi un interessante incontro sul C&R, promosso da Sportfishing 2010 con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Obiettivo del Convegno individuare un percorso che contribuisca concretamente a diffondere la pratica del Catch&Release raccogliendo a tale scopo i contributi di esponenti del mondo scientifico, dell'informazione e sportivo.
Coordinatore: Stefano Navarrini, Direttore della rivista Pesca in Mare.
Relatori:
Gianfranco Santolini, presidente dell'Associazione Big Game Italia
Fulvio Garibaldi, biologo marino docente presso l'Università di Genova
Sandro Onofaro, guida di pesca federale FIPSAS e Capitano IGFA (International Game Fish Association)
Eleonora De Sabata, giornalista scientifica che si occupa di mare, presidente di Medshark
Massimo Brogna, presidente della Italian Sportfishing Association e rappresentante IGFA
Nel suo intervento Gianfranco Santolini evidenzia le difficoltà tipicamente italiane di rimettere in acqua un pesce buono per la tavola, ma sostiene la necessità di promozione del C&R per minimizzare l'impatto della pesca ricreativa sulle risorse e minimizzare un eventuale contenzioso con i professionisti ai quali, attraverso il C&R, non si sottraggono risorse. Sostiene inoltre che la pratica del C&R dovrebbe permettere ai pescatori ricreativi di poter pescare senza periodi di chiusura su quelle specie per le quali è previsto il fermo, rispettando naturalmente eventuali fermi riproduttivi. Propone inoltre l'obbligo di rilascio durante le competizioni e le manifestazioni sportive, e invoca una migliore regolamentazione della pesca Charter che garantisca all'utenza la certezza della professionalità di colui che offre il servizio Charter e che preveda, anche per questo servizio, l'obbligo di rilascio del pescato. Sottolinea inoltre che il pescatore ricreativo non vende il pescato, che la vendita del pescato è per il pescatore ricreativo illegale e che chi opera illegalmente in tal senso non deve essere considerato come parte della comunità dei pescatori ricreativi. Rinnova la richiesta di maggiori regole, in quanto la pesca ricreativa insidia la risorsa della pesca professionale e quindi come tale va regolamentata. Dice che i pescatori ricreativi (Italiani?) chiedono regole contrariamente alle organizzazioni dei pescatori nord europei che non vogliono regole.
L'intervento del Prof. Garibaldi, biologo che si è principalmente occupato di pesca professionale, si apre con una panoramica storica sul C&R di cui si hanno notizie già nel Medioevo per arrivare alla sua forma attuale con una forte spinta dei paesi anglosassoni. Affronta l'argomento della mortalità da rilascio sottolineando che la mortalità da rilascio può avvenire anche dopo alcuni giorni. Cita alcuni studi secondo i quali la mortalità da rilascio stimata sui campioni osservati è in media del 18%. Affronta il tema del C&R dal punto di vista etico sostenendo che per alcuni è considerato un comportamento molto etico, per altri 'molto poco etico' vi sono infatti alcuni paesi europei in cui il C&R è vietato per legge e paesi come gli USA in cui è pratica diffusa ed incentivata. Accenna l'argomento del TAG & Release sostenendo l'importanza della collaborazione tra pescatori ricreativi e mondo scientifico.
Sandro Onofaro offre una interessante descrizione dei miglior accorgimenti da prevedere per attuare un buon C&R partendo dalla giusta dimensionatura degli attrezzi utilizzati per le prede che si vogliono insidiare, passando per l'utilizzo di ami Circle, descrivendo varie possibilità di recupero dipendenti dalla profondità in cui viene insidiata la preda, e facendo una panoramica sugli attrezzi utili per non maneggiare direttamente il pesce sottolineando però l'importanza di rilasciare, quando possibile, il pesce senza salparlo a bordo: si possono fare belle fotografie anche da bordo barca con il pesce in acqua.
L'intervento di Eleonora De Sabata affronta nello specifico il tema del TAG & release. Cosa significa Taggare? Significa 'attaccare' al pesce uno strumento che lo possa identificare in caso di nuova cattura o che possa, nel caso di Tag satellitari, permettere di seguire il pesce durante i suoi spostamenti, al fine di migliorarne la conoscenza scientifica. Presenta i risultati di diverse sperimentazioni effettuate, in Italia e nel mondo. Sostiene l'importanza della collaborazione tra mondo scientifico e pescatori e sottolinea che un TAG per essere efficace deve essere fatto da personale esperto, magari operante sulla barca del pescatore ricreativo.
Massimo Brogna affronta il tema del C&R dal punto di vista delle potenzialità socioeconomiche della pesca ricreativa responsabile. Porta dati ricavati dall'ASA, l'American Sportfishing Association in cui ben si evidenzia il potenziale di sviluppo economico e basso impatto sulle risorse implicito nello sviluppo della pesca ricreativa anche come alternativa per affrontare le difficoltà della pesca professionale.
Intervengono tra il pubblico:
Ciro Esposito, presidente della FIPO, Federazione Italiana Produttori Operatori articoli da pesca. Sottolinea il grande potenziale di sviluppo della pesca ricreativa italiana, ponendo l'accento sul fatto che la pesca ai grandi pelagici, rappresenta in Italia una minima parte della grande massa dei pescatori ricreativi.
Vittorio Alessandro, comandante delle Capitanerie di Porto. Le Capitanerie operano in base alle normative vigenti, ad oggi i tavoli migliori per intervenire sono i tavoli a livello europeo, da cui scaturiscono le direttive che vengono applicate dagli Stati Membri.
Laura Pisano, APR Alleanza Pescatori Ricreativi precisa alcuni aspetti: la pesca ricreativa non ha un impatto tale da insidiare le risorse della pesca professionale, il sovrasfruttamento delle risorse ittiche non è imputabile alla pesca ricreativa e come tale non è imponendo nuove regole alla pesca ricreativa che vi viene posto un freno, ma applicando un efficace controllo sia sulla pesca ricreativa che su quella professionale. Chiede a Santolini di specificare quali sono le ulteriori regole da invocare, risponde il biologo con una domanda: perchè per andare a funghi occorre pagare un tesserino e per pescare non si vuole pagare una licenza? Navarrini chiude il convegno su tale domanda impedendo di fatto una risposta, demandando ad ulteriore convegno l'argomento in questione.