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Domenica, 16 Febbraio 2014 00:00

Proroga comunicazione pesca in mare

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Il Ministero delle risorse agricole alimentari e forestali ha emesso il decreto di proroga della validità della Comunicazione obbligatoria per la pesca ricreativa in mare. La validità (originariamente triennale) è quindi estesa fino al 31 dicembre 2014 ed è ristabilita l'obbligatorietà per tutte le forme di pesca e tutte le stagioni abrogando il decreto del 2011 che tra l'altro esentava dal controllo la pesca da terra.


Chi ha già effettuato la Comunicazione deve semplicemente poter esibire ad un controllo la ricevuta mentre chi non ha provveduto alla registrazione può farlo dalla pagina del sito del Ministero.

La proroga permette di superare un elemento di grave incertezza lasciando però irrisolti tutti i problemi legati alle finalità della Comunicazione ("promuovere la rilevazione della consistenza della pesca sportiva e ricreativa in mare") ed al loro effettivo perseguimento senza il quale la Comunicazione stessa risulta degradata a mero strumento autorizzatorio.

Gli auspici dello slogan utilizzato per sostenere l'istituzione della Comunicazione obbligatoria puntavano sull'incoraggiante messaggio del contarsi per contare ma la necessità di una proroga dell'ultimo momento testimonia la discontinuità dell'azione amministrativa e la persistente marginalizzazione del settore della pesca non commerciale.

Tutti gli approfondimenti, sociali economici e gestionali sulla pesca non commerciale e di riflesso anche sui rapporti con gli altri portatori di interessi, sembra che siano legati alla lunga miccia della Comunicazione obbligatoria che al di là del fornirci il dato grezzo del numero dei pescatori dovrebbe fare da base per successivi studi indispensabili per dare tridimensionalità alla conoscenza del settore nelle sue diverse manifestazioni.  I portatori di interessi non sono stati interessati da nessuno sviluppo in merito e non sono a conoscenza di nessuna lettura analitica dei dati rilevati e di nessun piano di approfondimento per un utilizzo concreto per la gestione. La incoerenza del Ministero nelle diverse legislature e le reiterate scelte di depotenziamento di questo ambito di attività hanno creato un situazione di stallo nella quale sembra che solo la scadenza triennale della Comunicazione sia riuscita a riportare in luce l'argomento.

Il comparto economico legato alla pesca non commerciale ha dimensioni tali da non poter essere ignorate da chi ha la responsabilità di assicurare un buon utilizzo delle risorse della pesca. In un contesto di degrado delle risorse dovuto al sovra sfruttamento, nel quale la pesca commerciale si vede costretta a ridurre la propria capacità di pesca, la propria flotta ed il numero degli occupati,  la pesca ricreativa resta l'unico settore a conservare un forte potenziale di sviluppo economico ed occupazionale a favore delle comunità costiere. I dati ricavabili da un adeguato approfondimento di conoscenza del settore potranno fornire una lettura di un contesto fino ad oggi  non misurato e quindi fare da base ad un approccio gestionale informato e partecipato da tutti portatori di interessi.

Per questo, quei cittadini che da tre anni hanno nel portafoglio una stampa della loro Comunicazione vorrebbero che portarsela dietro fosse servito a qualcosa di più che a scampare ad un illecito più teorico che pratico, sanabile semplicemente provvedendo alla registrazione dopo essere stati colti in infrazione, nel molto improbabile caso di essere sottoposti ad un controllo.
Il milione di cittadini italiani che si sono registrati sul sito internet del Ministero per poter pescare in mare sono una realtà forte che manda un segnale forte e che ci permettiamo di interpretare come la richiesta che l'anno di proroga serva a riprendere il perseguimento delle finalità di valorizzazione del settore che avevano portato ad una così larga partecipazione, rimettendo in moto il meccanismo della ricerca, per produrre dati confrontabili e preparare in tempi non biblici la successiva fase di studio.

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