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Domenica, 10 Ottobre 2010 12:49

Risposta alla riforma della PCP

Risposta alla riforma della Politica Comune della Pesca da European Anglers Alliance (EAA) , Federation Internationale de la Pêche Sportive en Mer (CIPS/FIPS-M), European Fishing Tackle Trade Association (EFTTA)
EAA rappresenta le organizzazioni di pesca con l'amo (angling) in 12 Stati europei con circa 3 milioni di pescatori associati.
FIPS Mer è un'organizzazione mondiale che rappresenta i pescatori agonisti con lenza e amo in 38 stati compresi 22 europei.
EFTTA è una associazioni di categoria per i produttori e i grossisti di attrezzature per la pesca sportiva. Possono esserne membri produttori, grossisti, agenti, la stampa e le rispettive organizzazioni nell'industria delle attrezzature. EFTTA ha attualmente più di 250 membri.

Documento originale in inglese


To: European Commission – Directorate-General for Maritime Affairs and Fisheries

 

"CFP Reform"

B-1049 Bruxelles, Belgio

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Bruxelles, 31 Dicembre 2009

 

Risposta alla riforma della CFP (Common Fisheries Policy – Politica Comune della Pesca) (di seguito PCP n.d.t.) da:

European Anglers Alliance (EAA)

Federation Internationale de la Pêche Sportive en Mer (CIPS/FIPS-M)

European Fishing Tackle Trade Association (EFTTA)

 

EAA rappresenta le organizzazioni di pesca con l'amo (angling) in 12 Stati europei con circa 3 milioni di pescatori associati.

 

FIPS Mer è un'organizzazione mondiale che rappresenta i pescatori agonisti con lenza e amo in 38 stati compresi 22 europei.

 

EFTTA è una associazioni di categoria per i produttori e i grossisti di attrezzature per la pesca sportiva. Possono esserne membri produttori, grossisti, agenti, la stampa e le rispettive organizzazioni nell'industria delle attrezzature. EFTTA ha attualmente più di 250 membri.

 

spettabile Commissione,

EAA, FIPS-M e EFTTA sono liete di inviare risposta alla vostra consultazione per la riforma della PCP .


Accogliamo la visione della Commissione per il 2020 e speriamo sinceramente che venga realizzata.

La nostra risposta si compone di due parti:

PARTE 1 – La Pesca Ricreativa e la riforma della PCP

PARTE 2 – Risposta ad alcune domande del Libro Verde (Green Paper)

EAA

FIPS Mer

EFTTA

Mr. J. Crudden

Mr. J.J.A. Bongers

Mr. Jean Claude Bel

Presidente sottogruppo Mare

Segretario delegato

CEO

www.eaa-europe.eu

www.fipsmer.org

www.eftta.com

 

PARTE 1 – La Pesca Ricreativa e la riforma della PCP

Introduzione

Il termine Pesca Ricreativa (Recreational Fisheries) copre vari segmenti (1). Nella maggior parte dei paesi la pesca ricreativa con l'amo ( angling ) (pesca con canna e lenza) è il più grande di questi segmenti misurato in numeri di utenti e/o di benefici economici e posti di lavoro. In Europa ci sono circa 8-10 milioni di pescatori ricreativi con l'amo in mare. Il valore socio economico annuale è stimato in 8-10 miliardi di euro; decine di migliaia di posti di lavoro dipendono dalla spesa degli anglers ( pescatori con l'amo - in seguito usato nell'originale inglese n.d.t.). La pesca con l'amo ricreativa (canna e lenza) è fatta per ricreazione e sport. In alcuni paesi il turismo della pesca con l'amo è ben sviluppato ed è un settore commerciale in crescita mentre altri hanno un potenziale inutilizzato. .

La pesca con l'amo è un'attività di baso impatto ambientale. Ben gestita è un modo veramente sostenibile di catturare i pesci. Fa poco o nessun danno all'ambiente acquatico e permette il rilascio di pesci non desiderati o di taglia illegale con un tasso di mortalità in generale molto basso.

Il settore della pesca con l'amo ha mostrato una straordinaria resistenza alla pressione della attuale crisi economica globale. Quando l'economia si indebolisce le persone tendono a ricercare svaghi all'aria aperta vicini e poco costosi come la pesca ricreativa con l'amo.

La pesca ricreativa con l'amo in mare e gli altri tipi di pesca ricreativa ricevono scarsa attenzione dalla PCP e dalla Commissione Europea. Quando è stata introdotta la PCP nel 1983 il settore della pesca ricreativa non era considerato, propriamente a causa della mancanza di una rappresentanza a livello europeo e della mancanza, al tempo, di studi socio-economici del settore. La rappresentanza a livello europeo oggi esiste almeno per il settore della pesca ricreativa con l'amo. Molti studi socio-economici sono stati pubblicati negli anni recenti ma occorre che ne vengano fatti di più.

La nostra esperienza è che al settore della pesca commerciale riceve uno status di precedenza e benefici dalla Comunità Europea con sostegno e protezione maggiori e superiori, a volte contro, altri legittimi utenti dello spazio marino e delle popolazioni ittiche pubbliche, per esempio particolarmente la pesca ricreativa con l'amo. Ciò non è corretto dal punto di vista del soggetto interessato e non è neanche ragionevole in termini economici. Neppure concorda con il Codice di Condotta per la Pesca Responsabile della FAO (2). Troviamo che questo difetto sia una diretta conseguenza del mancato riconoscimento della pesca ricreativa da parte della PCP, nel modo in cui la PCP è enunciata in generale, nella mancanza di definizioni utilizzabili e di dati socio-economici solidi sia sulla pesca commerciale che su la diverse tipologie di pesca ricreativa (3) e di piccola scala (4). Abbiamo sottolineato questa stessa cosa l'ultima volta che si è trattato di riformare la PCP (2001). (5)

 

Gradiamo più pesci e pesci più grandi

Come anglers siamo lieti di vedere inserito nella visione della Commissione un augurio per “popolazioni ittiche più grandi composte di pesci maturi e più grandi”. Siamo coscienti che catturare pesci immaturi può in teoria produrre biomassa di cattura aggiuntiva in determinate circostanze ma ci sono troppe incertezze, che rendono le “pesca di reclutamento” una strategia pericolosa ad esempio scarsa raccolta di dati e consegna tardiva dei dati. Noi sosteniamo che i pesci devono potersi riprodurre almeno una volta per assicurare per il futuro una pesca finanziariamente ed ecologicamente solida e sostenibile. Più pesci piccoli in mare significano più biomassa, più cibo per i pesci più grandi e miglior protezione contro la perdita di biodiversità.

 

La pesca ricreativa con l'amo è non solo catturare pesci ma anche economia e posti di lavoro su larga scala.

Insistiamo che la pesca ricreativa con l'amo don deve essere vista e trattata solo per la quantità di pesci che catturiamo. Deve anche essere valutata la enorme economia sostenibile e il numero di posti di lavoro sostenuti dalla pesca ricreativa con l'amo spesso nelle più remote parti d'Europa e gli altri benefici di miglioramenti della vita e sociale che ha da offrire alla società e ai suoi praticanti Il potenziale per maggior sviluppo sostenibile, introiti e lavoro, creabili attraverso questo settore, deve essere sfruttato e sostenuto.

Il settore ha mostrato una straordinaria resistenza contro la pressione dell'attuale crisi economica globale (6). Non è una coincidenza. L'abbiamo già visto in precedenza. Quando l'economia si indebolisce le persone tendono a ricercare svaghi all'aria aperta vicini e poco costosi come la pesca ricreativa con l'amo.

Il potenziale di sviluppo della pesca ricreativa con l'amo è fortemente dipendente dalla disponibilità di pesci, dalla taglia dei pesci (pesci grandi) e dall'accesso a buoni punti di pesca. La situazione attuale è lontana dall'ideale per quanto riguarda la disponibilità e la taglia dei pesci come sottolineato dalla Green Paper in diversi punti.

 

Diminuire gli scarti, aumentare la dimensione delle maglie e le misure minime (MLS Minimum Landing Size)

Siamo pienamente d'accordo con l'intento della Commissione di ridurre ed eradicare gli scarti e anche con l'auspicio di aumento della misura delle maglie (delle reti – n.d.t.) come una delle misure per ottenere meno scarti come dichiarato dal Commissario Borg in un discorso di questo mese (7).

..la nostra proposta [misure tecniche] cerca di migliorare la selettività degli attrezzi da pesca nell'Atlantico e nel Mare del Nord e quindi diminuire gli scarti obbligando i pescatori a impegnarsi ad una maggiore selettività aumentando le dimensioni delle maglie …”

A nostro parere avrebbe più senso aumentare la misura minima di sbarco allo stesso tempo, dal momento che la maggior parte delle misure minime di sbarco della EU sono attualmente fissate sotto alla lunghezza di maturità del pesce.

Non molta attenzione dedicata alla pesca ricreativa dal Libro Verde

Siamo stati sorpresi di trovare la pesca ricreativa citata solo una volta nel Libro Verde (pagina 15):

Molte comunità costiere restano dipendenti dalla pesca per il loro reddito, alcune con limitato potenziale per una diversificazione economica. E' perciò essenziale assicurare un futuro per i pescatori costieri di piccola scala e per quelli ricreativi tenendo pienamente conto della particolare situazione delle piccole e medie imprese.”

Ciò non corrisponde bene al fatto che negli anni recenti la pesca ricreativa è stata progressivamente fatta oggetto della legislazione sulla pesca della EU. L'ultimo esempio è l'inclusione dell'articolo 55 chiamato “pesca ricreativa” (recreational fisheries) nella regolamentazione dei controlli sulla pesca adottato il 10 novembre dal Consiglio (8). Il Regolamento richiede tra le altre cose che “ gli Stati membri dovranno assicurare che la pesca ricreativa sui loro territori e nelle acque Comunitarie sia condotta in modo compatibile con gli obiettivi e le regole della Politica comune della Pesca.”

Un altro esempio sono i provvedimenti per la pesca ricreativa nel Regolamento per la Raccolta Dati (Data Collection Regulation (9). Nell'articolo 2 la pesca ricreativa è esplicitamente resa una parte integrata del “settore pesca” (“fisheries sector”): “...(a) ‘settore pesca’ significa attività relative alla pesca commerciale, alla pesca ricreativa, all'acquacoltura e alle industrie di lavorazione dei prodotti della pesca;”

I pesci e la pesca sono risorse pubbliche

Dovrebbe venire ben chiarito nel testo della PCP riformata che i pesci e la pesca sono risorse pubbliche (publicly owned) (10), che ci sono altri soggetti interessati oltre alla pesca commerciale, alla acquacoltura e ai loro trasformatori. Le procedure di assegnazione dovrebbero determinare chi utilizzerà le risorse pubbliche e quanto, non semplicemente assegnare tutti gli stock alla pesca commerciale. Questo è buon senso comune e un principio ben radicato in alcuni Stati, membri della EU e non (11).

 

I benefici economici dalla pesca ricreativa hanno valore come quelli dalla pesca commerciale

C'è una percezione e una argomentazione difettosa che la pesca ricreativa/sportiva è solo “pescare per divertimento”, il che può conseguentemente servire da giustificazione per trattare il settore ricreativo come meno importante della pesca commerciale e dell'acquacoltura, per dimostrargli un interesse reale quando la si lo si consideri un competitore intrusivo , per limitarlo o provocarlo. Un esempio di questa concezione difettosa si trova in una risposta alla riforma della PCP del 9 Dicembre consegnata dall'organo consultivo dominato dalla industria della pesca, il Comitato Consultivo sulla Pesca e Acquacoltura ( Advisory Committee on Fisheries and Aquaculture – ACFA) (12):

Deve anche essere assicurato che la pesca ricreativa non entri in competizione diretta o indiretta con la pesca costiera e con la piccola pesca.”

Perché ciò è importante? Perché non assicurare che “la pesca commerciale non entri in competizione diretta o indiretta con la pesca ricreativa”? Senza dubbio è la pesca commerciale – o forse maggiormente i dirigenti e chi prende le decisioni, per essere giusti – che è la causa degli stock ittici decimati, non la pesca ricreativa.

In novembre è stata adottata da Consiglio una nuova regolamentazione dei controlli che proibisce esplicitamente la vendita delle catture ricreative, cos'ìquesta competizione è fuori legge da ora. Quello che rimane è la possibile competizione sull'accesso al catturare pesci e sui punti di pesca.

Il nostro problema è che dove diversi interessi cercano accesso alla stessa risorsa o zona possono sorgere conflitti. Questi conflitti reali o potenziali devono essere negoziati e non – come suggerisce il ACFA – risolti dando priorità agli interessi di un settore sopra a tutti gli altri. E certamente non dovrebbe spettare alle autorità pubbliche di assistere un settore nel preservare e proteggere i suoi interessi contro altri interessi legittimi come suggerito dal ACFA. E' importante che la PCP riformata renda chiaro e riconosca tutti gli interessi della pesca. Confidiamo che questo accada quando spinto da altre politiche e legislazioni come la Politica Marittima Integrata , la gestione eco-sistemica, La Direttiva di Strategia Marina, le Aree Marine Protette Marine, la pianificazione spaziale ecc., che integrano o subordinano tutte la PCP entro una cornice più ampia di interessi e obiettivi. Queste politiche speriamo eliminino i ristretti “silo thinking” (pensare per compartimenti stagni, senza interazione tra diversi comparti n.d.t.) e portino un approccio più olistico alla gestione della pesca contemporaneamente e insieme ad altre attività marine. Ci aspettiamo anche maggior enfasi su come preservare ed accrescere i “servizi eco-sistemici” (“ecosystem services”) (13) – un altro nuovo termine nel vocabolario - a beneficio di tutti i soggetti interessati al mare e, speriamo, con un requisito per trattare tutti gli interessi marini in modo “ giusto ed equo”.

Un aneddoto: Quando la malattia della “Mucca pazza” infestò il Regno Unito nel 2001 tutta l'attenzione e gli aiuti di emergenza vennero diretti sul settore agricolo per ovvie ragioni ma – il che fu una sorpresa per molti - alla fine il settore turistico soffrì molto di più di tutti in perdita di introiti e di posti di lavoro. La chiusura di tutti i sentirei e dei percorsi equestri tenne efficacemente a casa pescatori ricreativi, cacciatori e altri amanti della natura e allontanò il turismo, che si tradusse in fortissime perdite per le aziende collegate (14).

La pesca con l'amo fa mangiare più pesce ai bambini e ai loro genitori – positivo per il settore della pesca commerciale

I genitori spesso evitano di comprare e preparare pasti a base di pesca semplicemente perché a molti bambini non piace il pesce. Tuttavia, quando un bambino cattura un pesce è molto comune che il bambino voglia anche mangiare quel pesce. In questo modo la pesca con l'amo è una leva per far mangiare pesce anche di diverso tipo ai bambini.

La domanda dei consumatori per pesci catturati commercialmente è positivamente correlata al numero di pescatori con l'amo.

Pochissimi dei 25 milioni di pescatori ricreativi con l'amo europei possono o hanno interesse nel procurarsi più di una frazione del pesce che consumano in un anno. La maggior parte dei pescatori con l'amo va a pesca meno di 5 volte all'anno. La maggior parte del pesce che consumano è catturato da pescatori commerciali, acquistato al supermercato o in una pescheria locale. Non possiamo citare nessuno studio specifico ma non abbiamo dubbi che la pesca con l'amo accresce il gradimento della gente per il pesce e fa mangiare più pesce a loro ed alle loro famiglie, in particolare ai bambini. In altre parole, la pesca con l'amo sostiene il settore della pesca commerciale potenziando la domanda di pesce commercializzato.

ACFA non rappresenta tutti gli interessi della pesca – il gruppo di interesse della pesca ricreativa deve farne parte

La pesca ricreativa con l'amo è rappresentata in tutti i 7 Consigli Consultivi Regionali (RAC). EAA e FIPS-M sono membri di tutti i RAC. Ma come mostra chiaramente la sopra menzionata risposta sulla PCP del ACFA c'è un problema con la composizione e l'iscrizione del ACFA. Manca della rappresentanza di tutti i soggetti interessati alla pesca. La pesca ricreativa – compresa la pesca ricreativa con l'amo – non è rappresentata nel ACFA. EAA ha chiesto di essere rappresentata in ACFA per più di dieci anni ma senza successo. In un rapporto di valutazione del ACFA (15) dello scorso anno si legge: “ La EAA ha espresso interesse nel partecipare in ACFA. La partecipazione di EAA in ACFA potrebbe essere pertinente ad alcuni argomenti specifici, per i quali EAA potrebbe essere chiamata a partecipare (“called in”). Tuttavia, la maggioranza dei membri di EAA sono attivi nelle acque dolci interne e i pescatori con l'amo in mare raramente lasciano le aree costiere. La pesca ricreativa è un'attività regionalizzata e la loro rappresentanza nei RAC (come già avviene) sembra più pertinente che nel ACFA.”

Ci fu promesso anni fa che saremmo stati “chiamati a partecipare (called in)” quando ci fosse stato qualcosa di nostro interesse nell'agenda del ACFA. E' accaduto solo una o due volte. Non possiamo affidarci ad altri per immaginare o decidere cosa è pertinente per noi. Abbiamo bisogno di essere completamente integrati nel ACFA. Adesso c'è urgenza che un gruppo di lavoro sulla pesca ricreativa venga istituito come quinto gruppo di lavoro nel ACFA. ACFA ha bisogno di allargare la sua rappresentatività per riuscire a fornire le informazioni e raccomandazioni importanti per chi oggi prende le decisioni e amministra.

Hanno necessità di questi dati per essere nella posizione di poter decidere ed agire saggiamente sui problemi importanti della gestione della pesca Un gruppo di lavoro sulla pesca ricreativa nel ACFA fornirà la necessaria ed utile piattaforma europea per la pesca ricreativa e il settore commerciale dipendente come il commercio di attrezzature, la nautica e il turismo.

RACs, Consigli consultivi regionali

L’Articolo 31, paragrafo 2 dell'attuale PCP recita: " i Consigli Consultivi Regionali sono principalmente composti da pescatori e altri rappresentanti di interessi su cui incide la Politica Comune della Pesca (PCP), quali ad esempio i rappresentanti dei settori di pesca e acquacoltura, dell’ambiente e degli interessi dei consumatori ed da esperti scientifici di tutti gli Stati membri che hanno interessi di pesca nella zona marittima o nella zona di pesca interessata dal RAC.

 

Suggeriamo che la parola "principalmente" deve essere eliminata. È una strana costruzione da un punto di vista democratico di avere un interesse (pescatori commerciali) con una maggioranza garantita, come a loro concessa dalla decisione del Consiglio, luglio 2004 (16).

Pesca Ricreativa con l'amo (recreational angling) e turismo di pesca – enorme potenziale di crescita sostenibile

Solo pochi Stati membri hanno sviluppato una politica di sviluppo o un piano per la pesca ricreativa e per il turismo di pesca (buoni esempi sono l'Irlanda e la Svezia). Mentre il settore della pesca commerciale deve lottare ancora per alcuni anni per raggiungere la visione 2020 della Commissione il settore ricreativo è pronto per partire e crescere. Questo si può fare senza nuocere al settore commerciale, se presente. La pesca ricreativa usa, per generare lo stesso guadagno del settore commerciale, un numero largamente inferiore di risorse di pesca. (17) (18) Spesso i due settori non hanno le stesse specie obiettivo. Le aree marine protette e le loro zone cuscinetto progressivamente istituite in tutta Europa sono ottime risorse per la pesca ricreativa con l'amo, in tali aree gli stock possono ricostituirsi, i pesci aumentare di dimensioni e la pesca ricreativa con l'amo prosperare fornendo un positivo impulso all’economia delle comunità locali che, nella vicinanza ad aree protette, potrebbero soffrire la dismissione o lo spostamento delle navi da pesca commerciale ad altri settori.

Fondo Europeo per la Pesca (FEP) (19)

Dalla lettura dei programmi operativi nazionali del FEP (20) è nostra impressione che questo fondo multi-miliardario sia utilizzato solo in minima parte per sviluppare la pesca ricreativa in mare e il turismo di pesca. Ciò è un vero peccato. Significa sicuramente molte occasioni mancate per generare posti di lavoro e stimolare l'economia delle comunità costiere. Lo sviluppo del settore della pesca ricreativa e del turismo di pesca contribuirebbe a sicura occupazione e reddito per alcuni pescatori commerciali licenziati a causa delle riduzioni di flotta e della crisi economica globale. E potrebbe fornire un contributo economico a località molto remote. Molto probabilmente la mancanza di considerazione per questo tipo di uso del FEP può essere attribuita alla scarsità di informazioni date circa il settore di pesca ricreativa e turismo di pesca nel Regolamento del Consiglio del FEP. Suggeriamo che il FEP venga revisionato per riformulare come minimo l'Articolo 1 (campo di applicazione) e una o più delle definizioni di cui all'Articolo 3. Ad esempio ci sembra ragionevole modificare la definizione di 'settore pesca' nel regolamento FEP in direzione – o sostituirlo con - la definizione prevista nel Regolamento di Raccolta dei Dati (21):

FEP, art 3, lettera a:

"settore pesca": il settore economico comprendente tutte le attività di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti di acquacoltura e della pesca:

Regolamento di Raccolta dei dati, art 2, lettera a:

"settore della pesca" indica le attività legate alla pesca commerciale, alla pesca ricreativa, all'acquacoltura e alle industrie di trasformazione dei prodotti della pesca;

C'è un urgente bisogno di finanziamenti per migliorare la raccolta dei dati e la comunicazione sul settore della pesca ricreativa. L' Art 55, paragrafo 3 del nuovo Regolamento sul Controllo ha reso obbligatori piani di campionamento. Temiamo che questi piani di campionamento non separino adeguatamente l'angling (il pescare con lenza ed amo) da altri tipi di pesca ricreativa e temiamo che l'aspetto socio-economico sarà lasciato fuori a causa di un desiderio di risparmio sui costi. Questo non è appropriato. Finanziamenti sufficienti provenienti dal FEP potrebbero porre rimedio alla situazione.

EEA ha progettato uno studio socio-economico per una indagine sulla pesca ricreativa europea in mare e in acque interne, il RECFISH. (22) A sondaggio pilota è stato condotto con successo in Austria nell'anno 2000 (dimensione del campione: 5.492). L'indagine ha fornito molte informazioni utili. Sorprendentemente, dall' Austria, paese senza sbocco sul mare, 40.000 pescatori si sono recati a pesca in mare in altri paesi(23). L'indagine ha inoltre dimostrato che quando un angler (in Austria 410.000) pianifica la sua vacanza attraverso il materiale informativo di una regione il 18% verifica "sempre" se e quali possibilità ci sono per la pesca , il 13% lo fa "a volte"; 33% = 135.000 pescatori (+ familiari).

Nell'anno 2000 solo la Finlandia e la Svezia hanno condotto indagini sulla pesca ricreativa su base regolare. E' stato anche pubblicato nel 2000 uno studio 'combinato' dei paesi nordici (Norvegia, Danimarca, Svezia e Finlandia, Islanda). La maggior parte dei paesi europei non avevano mai fatto un singolo studio socio-economico su questo settore a quella data. Da allora un crescente numero di paesi ha prodotto il primo studio (ad esempio, Germania, Francia, Inghilterra-Galles, Scozia, Irlanda, Paesi Bassi, Repubblica ceca, Belgio (Fiandre), Lituania, Danimarca (consegna del prossimo anno) e uno studio per una parte regionale del Portogallo). Poche nazioni e località hanno prodotto cifre e relazioni specifiche per il turismo di pesca.

Speriamo sinceramente e ci aspettiamo che i paesi che ancora non hanno fatto alcuno studio saranno stimolati a farlo nel prossimo futuro, e ci auguriamo che questi studi verranno ripetuti, in futuro, ad intervalli regolari. Questo è particolarmente necessario per fornire dati preziosi sulla tendenza. A questo proposito la Comunità e il fondo FEP potrebbero svolgere un ruolo strumentale vitale nel coordinamento degli sforzi nazionali riguardo i tempi per il periodo d'indagine e le consegne. Anche impostando alcuni criteri minimi o indicazioni su che cosa fare l'indagine e come progettare questionari ecc., per garantire che i risultati degli studi nazionali siano comparabili attraverso i confini nel tempo e nella metodologia.

Non siamo riusciti a trovare i fondi necessari per fare il progetto paneuropeo completo RECFISH, che avrebbe bisogno di 1-2 milioni di euro a seconda dei dettagli e degli aspetti coperti. Questa è una piccola quantità di denaro in termini di FEP. Se gli Stati membri coordinato i loro sforzi intorno al RECFISH alcuni di essi potrebbe essere in grado di risparmiare denaro sul proprio conto di indagine e/o di essere in grado di fare ulteriori indagini sul settore della pesca ricreativa. E' certo che una pianificazione coordinata potrebbe fornire dati più utili, per la stessa quantità di denaro o forse anche meno.

 

 

PARTE 2 – risposte ad alcune domande del Libro Verde

4.1. Affrontare il problema profondo della sovra capacità della flotta

la capacità della flotta dovrebbe essere limitata attraverso la legislazione? In caso affermativo, come?

il fondo per la demolizione one-off è la soluzione?

il trasferimento dei diritti (individuali o collettivi) potrebbe essere utilizzato in misura maggiore per supportare la riduzione di capacità per flotte professionali e, se così, come si potrebbe attuare questa transizione? Quali clausole di salvaguardia introdurre nell'implementazione di detto sistema? Potrebbero essere messe in atto altre misure per ottenere lo stesso effetto?

Questa scelta dovrebbe essere lasciata interamente agli Stati membri, o vi è la necessità di norme comuni a livello delle regioni marine o a livello comunitario?

Possiamo vedere da altre risposte alla consultazione sulla PCP disponibili sul sito Web della Commissione che ci sono molti suggerimenti e opinioni. Qui citeremo solo pochi principi e le nostre preoccupazioni:

- indipendentemente dal regime preferito il pesce e la pesca devono rimanere risorse di proprietà pubblica.

- quando le risorse vengono allocate a e tra i vari segmenti, tutti gli interessi devono essere trattati in modo "giusto ed equo"

- per quanto riguarda i diritti di pesca trasferibili: i "diritti" di pesca sono "quasi" diritti. Le risorse della pesca sono pubbliche.

- i leasing devono essere considerati 'con' o 'invece delle' ITQ (Individually Transferable Quotas - Quote Individuali Trasferibili) come un modo per garantire un reddito pubblico da questa negoziazione e per proteggere o facilitare l'assegnazione di permessi di pesca o di quote alla pesca su piccola scala che, spesso, non può permettersi di pagare i prezzi di mercato per la quota. Questo permetterà di evitare che tutti i contingenti di finiscano nelle mani di poche imprese.

 

- Le ITQ non sono panacea. Ci sono molte insidie. Esse dovrebbero essere introdotte solo dopo un'attenta indagine e consultazione che possano fornire effettivamente ciò che è atteso per il breve e lungo termine. Questo può variare da una regione ad un'altra, da una pesca ad un'altra.(24)

 

Come pescatori con l'amo, abbiamo buone ragioni per temere alcune ITQ e altri sistemi di gestione "basati sui diritti". In una presentazione dal dottor Bjørn Hersoug in occasione di un seminario al Parlamento europeo sono stati presentati studi di casi provenienti da 5 paesi - Norvegia, Islanda, Nuova Zelanda, Sudafrica e Cile - che hanno attuato la gestione della pesca basata sui diritti in varie forme (ossia regimi di licenza, IVQ (Individual Vessels Quota - Quota per Imbarcazione) ed ITQ).

Una delle sue conclusioni che è stata: "diritti forti per un gruppo (di pescatori) possono comportare diritti deboli o poco chiari per altre parti interessate, quali gli aborigeni, i pescatori ricreativi, gli acquacoltori e gli ambientalisti. È difficile o impossibile prevedere che questi gruppi possono gestire i loro interessi sul mercato."(25)

 

EAA ha consegnato una breve risposta alla "Consultazione concernente gli strumenti per la gestione basata su diritti (RBM- Rights-Based Management) nel settore della pesca" (2007) (26). Le letture introduttive: "Noi, come pescatori con l'amo, abbiamo un problema con il principio di base della gestione basata sui diritti (RBM) in cui alcuni soggetti interessati (stakeholders) figurano come "proprietari" o titolari di "quasi diritti" di parte della nostra risorsa comune, gli stock ittici, un problema per noi se questo significa che noi, come anglers, stiamo perdendo i diritti." (27)

Diversi paesi hanno già introdotto le ITQ nei loro regimi nazionali di gestione, principalmente per la pesca pelagica. Le ITQ sembrano adattarsi meglio alla pesca industriale rispetto alla piccola pesca (costiera), che dovrebbe essere presa in considerazione dalla Commissione, come pure dagli Stati membri prima di introdurre ulteriori diritti di gestione per le imbarcazioni di piccola pesca. La nostra domanda principale, a cui è necessario rispondere prima di andare oltre, è: quali esternalità (negative) avranno le ITQ sulla pesca ricreativa in generale e sulla recreational angling [pesca con lenza ed amo, settore della pesca ricreativa, n.d.t] in particolare?

4.2. Focalizzare gli obiettivi politici

• Come possono gli obiettivi in materia di sostenibilità ecologica, economica e sociale, essere definiti in modo chiaro e prioritario che possa fornire indicazioni a breve termine e assicurare la sostenibilità a lungo termine e la redditività della pesca?

L'obiettivo del futuro PCP dovrebbe essere quello di mantenere i posti di lavoro nel settore della pesca o dovrebbe mirare a creare posti di lavoro alternativi in comunità costiere attraverso l' IMP (Politica Marittima Integrata) e altre politiche dell'UE?

Come possono essere definiti gli indicatori e gli obiettivi per l'implementazione al fine di fornire un orientamento corretto per il processo decisionale e la responsabilità? Come dovrebbero essere identificati gli intervalli di tempo per il raggiungimento degli obiettivi?

-Prima di essere troppo specifici sulla definizione degli obiettivi, degli indicatori, degli intervalli temporali ecc. è di vitale importanza che la conoscenza dello sforzo di pesca e della mortalità di pesca siano conosciuti meglio e più velocemente conosciuti e presentati rispetto a oggi. Senza una solida base dati, gli scienziati non possono consigliare correttamente e molti piani di gestione sono destinati a fallire. Ci sono anche troppe attività di pesca ad oggi "gestite" sotto il "principio precauzionale" a causa della mancanza di dati, dati inaffidabili o dati non aggiornati.

-Il futuro PCP dovrebbe mirare a stock ittici sani, che è il presupposto per una pesca sostenibile. Che fornirà alcune risposte su cos'altro possa essere fatto con riguardo all'eventuale necessità di creare posti di lavoro alternativi in comunità costiere (anche se la risposta potrebbe essere diversa a breve e lungo termine, con maggiori necessità di posti di lavoro alternativi a breve termine). Vorremmo sottolineare che il settore della pesca ricreativa con l'amo può e fornire "posti di lavoro alternativi" / posti di lavoro vero e proprio per le comunità costiere e farlo con una più bassa mortalità di pesci per unità di reddito.

4.3. Focalizzare il quadro decisionale sui principi fondamentali a lungo termine

Come noi possiamo chiarire l'attuale ripartizione delle competenze tra processo decisionale e implementazione in modo da incoraggiare una messa a fuoco a lungo termine e un più efficace raggiungimento degli obiettivi? Che cosa dovrebbe essere delegato alla Commissione (in consultazione con gli Stati membri), cosa agli Stati membri e cosa all'industria?

Pensate che decentrare le decisioni sulle questioni tecniche potrebbe essere una buona idea? Quale sarebbe l'opzione migliore per decentrare l'adozione di decisioni tecniche o di attuazione? Sarebbe possibile delegare le decisioni di applicazione alle autorità nazionali o regionali nell'ambito della legislazione comunitaria sui principi? Quali sono i rischi impliciti per il controllo e l'applicazione della politica e come si potrebbe porvi rimedio?

Come potrebbe essere migliorato il ruolo consultivo delle parti interessate in relazione al processo decisionale? Come potrebbero adattarsi ACFA e i RAC ad un approccio regionalizzato?

 

Il compito più difficile ma necessario sembra essere quello di creare un collegamento molto visibile - o equivalenza - tra i decisori, i pescatori gestiti, la zona di pesca e gli effetti sugli stock ittici della pesca, a breve e lungo termine. E ancora sono necessari migliori dati di pesca. E l'istruzione dei pescatori e delle altre parti interessate sul come lavora la scienza della pesca renderebbe gli stakeholders più competenti nel dare buoni indirizzi (ACFA e RAC) e alla fine avere maggiore voce in capitolo nel processo decisionale. Alla consulenza scientifica dovrebbe essere data l'ultima parola su, ad esempio, quanti TAC (Totali Ammissibili di Cattura) e quote possono essere assegnati da un anno a altro (ma ancora avrebbero bisogno di avere in mano dati migliori). Non è "sostenibile", che i politici possono "far crescere la torta dei TAC" al di là di ciò che gli stock ittici possono sostenere, come accade oggi. La fonte di ispirazione su come affrontare questo argomento può essere trovato nel regime di gestione degli Stati Uniti.

4.4. Incoraggiare l'industria ad assumersi maggiori responsabilità nell'attuazione della politica comune della pesca PCP

4.5. Sviluppare una cultura di conformità

5. MIGLIORARE ULTERIORMENTE LA GESTIONE DELLA PESCA NELLA UE

5.1. Un regime di pesca differenziata per proteggere le flotte costiere artigianali?

5.2. Ottenere di più dalla nostra pesca

5.3. Stabilità relativa e accesso alla pesca costiera

Avrebbe molto senso riservare la zona di 12 miglia alla pesca artigianale. Aiuterebbe a razionalizzare il regime di gestione e renderebbe più facile ordinare altre domande, ad esempio gli organi consultivi, la loro "giurisdizione" e chi e quanti per gestirli etc. Più omogenei saranno i soggetti gestiti, le aree e la pesca è più la gestione potrà essere facile ed efficiente. Ciò potrebbe essere un'attività in sé (rendendo le unità di gestione e la pesca più omogenee). A questo proposito sarebbe utile se i responsabili decisionali potessero decidere entro le 12 miglia per tutte le tipologie di pesca, compresi gli stranieri con i diritti di pesca entro le 6-12 miglia. Abbiamo esempi di misure di gestione non implementate a causa di problemi con pescatori stranieri.

5.4. Il commercio e i mercati – dalla cattura al consumatore

5.5. Integrare la Politica Comune della Pesca (PCP) nel contesto più ampio della politica marittima

5.6. Le conoscenze di base per la politica

5.7. Politica strutturale e supporto finanziario pubblico

5.8. La dimensione esterna.

5.9 Acquacoltura.

Quale ruolo dovrebbe avere l'acquacoltura nella futura PCP: dovrebbe essere integrata come un pilastro fondamentale della politica comune della pesca, con obiettivi specifici e strumenti, o dovrebbe essere lasciato agli Stati membri il compito di svilupparla su base nazionale? Quali strumenti sono necessari per integrare l'acquacoltura nella PCP?

Il settore dell'acquacoltura deve sviluppare una produzione maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale. Assistiamo a troppe fughe di pesce, troppi pidocchi di mare e altri impatti negativi sull'ambiente e gli stock ittici selvatici. Così se l'integrazione dell'acquacoltura come un pilastro fondamentale della PCP può aiutare a risolvere questi problemi noi accogliamo calorosamente tale soluzione.

NOTE

(1) - Tre diversi approcci di definizione alle pesche ricreative in Europa, che non si contraddicono ma si completano l'un l'altro:

a) la definizione di pesca ricreativa con l'amo “recreational angling” della EAA (2004) http://www.eaa-europe.eu/index.php?id=21 ;

b) Il Codice di Pratica per la Pesca Ricreativa dell' EIFAC (2008), p. 20-21; ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/011/i0363e/i0363e00.pdf

c) “Rapporto Finale, EU contratto FISH/2004/011 su “Pesche Sportive (Sport Fisheries)” (o Pesche ricreative marine) nella EU Per la Commissione Europea Directorate-General for Fisheries”; (2006) M. G. Pawson, D. Tingley, G, Padda1, e H. Glenn

http://ec.europa.eu/fisheries/publications/studies/sportfishing_2006.pdf

(2) -FAO, Codice di Condotta per la Pesca Responsabile (Code of Conduct for Responsible Fisheries.) Citando dalla introduzione: “La pesca, compresa l'acquacoltura, fornisce una risorsa vitale di cibo, di attività lavorative, ricreative, commerciali e di benessere economico per le persone di tutto il mondo, per le generazioni presenti e future, e dovrebbe perciò essere condotta in modo responsabile. …. Il Codice riconosce l'importanza nutrizionale, economica, sociale, ambientale e culturale della pesca, e l'interesse di tutto coloro che sono coinvolti nel settore della pesca. Il Codice tiene conto delle caratteristiche biologiche delle risorse e del loro ambiente, degli interessi dei consumatori e degli altri utenti …” http://www.fao.org/docrep/005/v9878e/v9878e00.HTM

(3) - “Attualmente non è possibile produrre un esauriente quadro generale quantitativo della importanza della MRF (Marine Recreational Fisheries) perché le informazioni non sono disponibili per ciascun paese e non sono in un formato coerente. Ciò suggerisce che sono necessari nuovi studi per fornire valide informazioni sulle quali prendere decisioni...”; pagina 4 in “Rapporto Finale, EU contratto FISH/2004/011 su “Pesche Sportive (Sport Fisheries)” (o Pesche ricreative marine) nella EU Per la Commissione Europea Directorate-General for Fisheries”; (2006) M. G. Pawson, D. Tingley, G, Padda1, e H. Glenn

http://ec.europa.eu/fisheries/publications/studies/sportfishing_2006.pdf

(4)- Commissario Borg: “..dovremmo considerare quale possa essere della pesca di piccola scala e chi potrebbe venir fuori con questa definizione.” http://ec.europa.eu/fisheries/press_corner/speeches/archives/speeches_2009/speech09_20_en.htm

(5) - Risposta EAA alla rinforma della CFP 2001, p. 1: “Un esame delle varie regolamentazioni della CFP dimostra che la CFP è stata creatacon un orientamento culturale volto a riconoscere i pescatori commerciali come i soli utilizzatori interessati alle risorse degli stock ittici naturali . Gli interessi del dettore ricreativo sono stati totalmente ignorati e il considerevole impatto socio-economico del settore ricreativo è restato non riconosciuto. Come appena detto nel nostro commento iniziale questo è un difetto della attuale CFP e deve essere considerato come parte della riforma.”

http://www.eaa-europe.eu/fileadmin/templates/uploads/Positions/EAA_contribution_to_CFP_Greenpaper_2001.pdf

(6) - “Un numero record presi dalla pesca quando la recessione colpisce - Record number hooked on fishing as the recession bites”, 31 Dec 2009,

www.dailymail.co.uk/news/article-1239550/Fishing-increase-recession-bites.html

Nonostante l'Economia, cresce la vendita di licenze di pesca - Despite Economy, Fishing License Sales Up”, 20 Oct 2009, www.asafishing.org/newsroom/news_pr102009.html

Più americani vanno a pesca quando la recessione si aggrava - More Americans go fishing as recession deepens”, 19 March 2009,

http://uk.reuters.com/article/oddlyEnoughNews/idUKTRE52I0GQ20090319?sp=true

(7) - Intervento del Commissario Joe Borg alla sessione plenaria del ACFA (Advisory Committee on Fisheries and Aquaculture – Comitato Consultivo sulla Pesca e Acquacoltura), Bruxelles, 9 Dec 2009 http://ec.europa.eu/fisheries/press_corner/speeches/archives/speeches_2009/speech09_21_en.htm

(8) - http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/09/st13/st13669.en09.pdf

(9) - Regolamento del Consiglio(EC) N. 199/2008 del 25 Febbraio 2008 riguardante l'istituzione di un quadro Comunitario per la raccolta, la gestione e l'uso dei dati nel settore della pesca e sostegno per la consulenza scientifica sulla Politica Comune della Pesca CFP. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:060:0001:0012:EN:PDF and

Decisione della Commissione del 6 Novembre 2008 di adozione di un programma Comunitario pluriennale conforme al Regolamento del Consiglio (EC) N. 199/2008 che istituisce un quadro Comunitario per la raccolta, la gestione e l'uso dei dati nel settore della pesca e sostegno per la consulenza scientifica sulla Politica Comune della Pesca CFP

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:346:0037:0088:EN:PDF

(10) - Siamo leiti di leggere il comunicaato stampa del Commissario Borg del 17 Settembre dello scorso anno “Politica Comune della Pesca: la Commissione lancia una revisione di medio termine”. In quel comunicato il Sig Borg ha evidenziato che le popolazioni ittiche sono “risorse pubbliche”: “i pescatori devono essere resi consapevoli e responsabili per l'uso sostenibile di una risorsa pubblica.”

http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/08/1339&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en

(11) - La “CFP” degli Stati Uniti– il Magnuson Stevenson Act – è un buon esempio da cui imparare per la E. Negli Stati Uniti la pesca ricreativa viene trattata come un settore importante al pari della pesca commerciale. Uno tra tanti esempi si può trovare nella sezione 104-297(28), che definisce il termine "ottimale” (optimum), in riferimento al rendimento della pesca come “ la quantità di esci che (A) forniscono il maggior beneficio generale alla Nazione, con particolare riferimento alla produzione alimentare e alle opportunità ricreative, e tenendo in considerazione la protezione degli ecosistemi marini…”; http://www.nmfs.noaa.gov/sfa/magact/magword.doc

Un “Piano NOAA politica di divisione delle catture ” (Giugno, 2009), mostra che gli Stati Uniti si sforzano di trattare tutti gli interessi in modo corretto ed equo”; pagina 8: “La assegnazione di quote tra i segmenti in competizione per la pesca è stata una delle più difficili scelte politiche per i Consigli in passato. Lo Standard Nazionale 4 del MSA richiede che qualsiasi assegnazione di privilegi di pesca sia corretta ed equa. Assegnazione di quote ai settore ricreativo, commerciale, tribale, aborigeno e di sussistenza; tra i tipi di attrezzi di un settore; e riservando quote a fini di ricerca, conservazione, foraggio e/o incertezze scientifiche e gestionali,.”

http://www.nmfs.noaa.gov/sfa/domes_fish/catchshare/docs/draft_noaa_cs_policy.pdf

(12) - Pagina 8; “ACFA OPINION ON THE COMMISSION GREEN PAPER CONCERNING THE REFORM OF THE CFP” (Opinione ACFA sulla Carta Verde della Commissione riguardante la riforma della Politica Comune della Pesca)
http://ec.europa.eu/fisheries/dialog/091209_opinion_en.pdf

(13)Molti di più su “ecosystem services” sul sito DG Environment:
http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/economics/

(14)
Mucca pazza: Disastro per il turismo e perdite superano largamente quelle della industria della carne“; The Independent, 11 Marzo 2001 http://www.independent.co.uk/news/uk/this-britain/foot-and-mouth-disaster-for-tourism-as-losses-far-outstrip-those-of-meat-industry-686869.html

(15) - “DG Pesca e Affari Marittimi, Valutazione intermedia della Commissione Consultiva per la Pesca e l'Acquacoltura

(ACFA) Rapporto finale” (Agosto 2008); riportato da COWI

http://ec.europa.eu/fisheries/publications/studies/acfa_evaluation_2008_en.pdf

(16) – Decisione del Consiglio del 19 Luglio 2004 che istituisce I Consigli Consultivi Regionali sotto alla Politica Comune della Pesca; Articolo 5(3): “Nell'assemblea generale e nel comitato esecutivo, due terzi dei seggi devono essere assegnati a rappresentanti del settore pesca e un terzo a rappresentanti degli altri gruppi di interesse interessati dalla Politica Comune della Pesca.”

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2004:256:0017:0022:EN:PDF

(17) - “Per esempio, negli Stati Uniti, l'impatto economico nazionale complessivo della pesca commerciale di pesci (finfish) è il 28.5 percento dell'impatto creato dalla pesca ricreativa marina (Southwick Associates 2006), e nel caso delle risosre di spigola atlantica (striped bass) che sono condivise tra I settori commerciale e ricreativo, I pescatori con l'amo raccolgono 1.28 volte più pesce e quindi producono 12 volte maggiore attività economica (Southwick Associates 2005).”; pagina 44, rapporto “I miliardi sommersi (The Sunken Billions): la giustificazione economica per la riforma della pesca” (2009), Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo / Banca Mondiale (The International Bank for Reconstruction and Development / The World Bank)

http://siteresources.worldbank.org/EXTARD/Resources/336681-1224775570533/SunkenBillionsFinal.pdf

(18) - ”Assumendo che si continui l'attuale regime di gestione e con un costante pescato commerciale di salmone ai livelli del 2002, l'attuale valore netto socio-economico della pesca commerciale del salmone è stimata a € 35.9 millioni. Sulla stessa base si stima che la risorsa complessiva di pesca del salmone con l'amo possa essere valutata a € 91.6 millioni in termini di valore attuale”; pagina 11. Tavola 3.9, pagina 51 mostra che la pesca con l'amo cattura il 13% dei salmoni catturati nel 2001; la pesca commerciale l' 87%

Valutazione Economica/Socio-Economica del Salmone selvatico in Irlanda (An Economic/Socio-Economic Evaluation of Wild Salmon in Ireland)” (2003) Presentato al Central Fisheries Board da Indecon International Economic Consultants, INDECON International Economic Consultants

http://www.cfb.ie/pdf/CFBMIDAPRFI_17.pdf

(19) - COUNCIL REGULATION (EC) No 1198/2006 of 27 July 2006 on the European Fisheries Fund

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:223:0001:0044:EN:PDF

(20) - EFF – Programmi operativi nazionali http://ec.europa.eu/fisheries/cfp/structural_measures/operational_programmes_en.htm

(21) - Vedi nota (8)

(22) - RECFISH presentazione sul sito EAA: http://www.eaa-europe.eu/index.php?id=20

(23) - EAA e EFTTA presentazione al `Marine and Coastal Tourism in Europe`, Barcellona, 14. Maggio 2007 – vedi diapositiva 14 e seguenti. http://www.ebcd.org/Maritime%20Affairs/MARINE%20TOURISM/presentations/EAA.pdf

(24) - Alcune critiche alle ITQ :

Guerra aperta dichiarata sul destino dell'industria della pesca; I ministri del Regno Unito e della Scozia covano sul bando del tyrasferimento permaanente delle quote (Open warfare declared over fate of fishing industry; UK and Scots ministers in spat about ban on the permanent transfer of quotas)”, 21 Maggio 2008

http://www.pressandjournal.co.uk/Article.aspx/648913?UserKey=0

Profesore Statunitense fortemente critico sulle ITQ (US Professor strongly critical of ITQs)”, 25 marzo 2009

http://www.fishsec.org/article.asp?CategoryID=1&ContextID=344

Uno studio mostra che I ITQ non sempre redditizi ( ITQs not always profitable, study shows)”, 24 Giugno 2009

http://www.fishsec.org/article.asp?CategoryID=1&ContextID=399

Uno studio canedese sostiene la storia dell'insuccesso dei trasferimenti ITQ ( ITQs no success story, Canadian study claims”, 18 Agosto 2009 http://www.fishsec.org/article.asp?CategoryID=1&ContextID=421

(25) - “Gestione della pesca basata sui diritti (Rights Based Management in Fisheries)”, workshop report, Settembre 2007; pagina 7,

http://ec.europa.eu/fisheries/cfp/governance/consultations/contributions260207/european_parliament_en.pdf

(26) - “Consultazione sugli strumenti della Gestione basata sui diritti (RBM) nella pesca (Consultation on Rights-Based Management (RBM) tools in fisheries)”, 2007, http://ec.europa.eu/fisheries/cfp/governance/consultations/consultation_260207_en.htm

(27) - http://ec.europa.eu/fisheries/cfp/governance/consultations/contributions260207/european_anglers_alliance_en.pdf

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