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Giovedì, 11 Febbraio 2016 21:55

High Level Seminar on the status of stocks in the Mediterranean and CFP approach.

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Si è svolto il 9 e 10 febbraio 2016 a Catania, organizzato da Commissione Europea DG MARE  , Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e MEDAC  un Seminario di alto livello sullo stato degli Stock del Mediterraneo e la Politica Comune della Pesca.

Il seminario è stato introdotto da:

•    Commissario Karmenu Vella, il cui discorso è disponibile qui in lingua inglese
•    Rappresentanti dei Ministeri degli Stati Membri che si affacciano sul Mediterraneo
•    Sottosegretario con delega alla pesca Giuseppe Castiglione
•    Giampaolo Buonfiglio presidente MEDAC

 

 A seguire alcune presentazioni:

•    Norman Graham presidente STECF “Scienza e pesca, panoramica sul bacino del Mediterraneo”
•    Diagnosi sullo stato degli stock e possibili scenari futuri:
      o    Piccoli pelagici Dr Philippe Cury
      o    Demersali Dr Eduardo Balguerias
•    Altri impatti oltre la pesca: Simone Libralato OGS Trieste presenta lo stato degli ecosistemi, altri impatti e cambiamenti climatici.
•    DG MARE Vazquez Alvarez Implementazione della PCP, strumenti e azioni possibili in un contesto regionale
•    Giampaolo Buonfiglio posizione del MEDAC
•    Tommaso Russo – Università Tor Vergata “La pianificazione spaziale, un nuovo approccio di gestione”
•    Pascal Savouret  - Agenzia Europea di Controllo – “L’uso della tecnologia per incoraggiare la compliance”

 

Tutte le presentazioni sono disponibili sul sito della DG MARE .

In chiusura tavola rotonda e dibattito.

Lo stato degli stock è preoccupante, per gli stock oggetto di assessment  (poche specie rispetto al totale di specie del Mediterraneo) gli stock risultano sovra-sfruttati di circa il 95%. La situazione può essere peggiore perché si ipotizza una buona fetta di catture  “non dichiarate”  imputabili a diversi fattori, dalle catture illegali, a quelle senza obbligo di dichiarazione della pesca di piccola scala a quelle della pesca ricreativa.

Il Commissario Vella, in apertura ha fatto  intendere che occorrono “misure di emergenza”

Il Dr Cury sostiene che la gestione non può essere puntuale ma che devono essere definiti dei parametri limite (inferiore e superiore)  al di fuori dei quali (sotto al minimo o sopra il massimo) si deve considerare lo stato di “malattia” del sistema.

Il Dr Balguerias sostiene tra le altre cose che vi è uno scarso convolgimento dell’utente finale, cioè dei pescatori, nei processi decisionali.

Vazquez Alvarez della DGMARE ha evidenziato più volte la diffusa illegalità (facendo non poco arrabbiare tutte le associazioni dei pescatori) e ha detto che l’Europa vuole intraprendere azioni sia a livello EU che di Stato Membro contro le catture non dichiarate.

Per la prima volta si parla seriamente di altri fattori oltre la pesca che influiscono sullo stato delle risorse ma viene ribadito dalla Commissione che questo non deve essere considerato un escamotage per non intervenire sulla riduzione delle catture.

Molto interessanti le osservazioni sulla simulazione della pianificazione spaziale che sembra essere il sistema che può dare i migliori risultati a breve termine nel Mediterraneo

Si concorda con gli scarsi risultati del Regolamento Mediterraneo, ma Fabio Fiorentino del CNR Mazara dice che non è esattamente vero, che in realtà lo si è iniziato ad applicare nel 2012 con i primi piani di gestione che in alcune aree come lo stretto di Sicilia stanno danno risultati su alcune specie.

Nonostante la diminuzione della flotta,  in alcune GSA tipo la 5,  lo sforzo di pesca è aumentato. Questo dipende dalla migliore tecnologia disponibile  che porta più velocemente le imbarcazioni sui pesci (migliori imbarcazioni, migliori sistemi di rilevamento).

Le ONG ambientaliste, con la eccezione del WWF, avocano misure straordinarie di emergenza con chiusure alla pesca  (come quelle intraprese per la tutela spigola nel Mare del Nord) al fine di raggiungere l’obiettivo MSY (Maximum Sustainable Yeald – Rendimento Massimo Sostenibile ) entro il 2020.

Le associazioni di pesca sportiva e ricreativa pongono l’accento sull’importanza della raccolta dati della pesca ricreativa, non solo dei dati di cattura (voce di spesa tra l’altro prevista anche nel FEAMP il Fondo Europeo per le attività marittime e la pesca) ma anche di quelli socio economici  e chiedono l’assessment delle specie di pregio della fascia costiera che attualmente non sono tra gli stock valutati e una gestione specifica della primissima fascia costiera. Il Dr Graham dello STECF condivide la necessità, ma risponde che allo stato attuale non ci sono risorse, soprattutto in termini di persone, per affrontare al meglio questo argomento.

Tutti concordano sul fatto che il processo di raccolta e invio dati all’EU deve essere più rapido e che lo stato del Mediterraneo richiede risposte e azioni rapide.

Le singole associazioni di pesca commerciale concentrano i propri interventi sulle possibili ricadute che una ulteriore riduzione dello sforzo di pesca porteranno su un settore già in crisi, e ribadiscono la necessità di maggiore fiducia reciproca tra pescatore e istituzione se si vogliono ottenere risultati.

Conclusioni: l’incontro di Catania è il primo passo positivo, tutti riconoscono la necessità di fare qualcosa, ci sono gli strumenti di gestione forniti dalla PCP (1380/2013) e nuovi sistemi di gestione da attuare come, ad esempio, la pianificazione spaziale.

La Commissione esorta i portatori di interesse (associazioni, Stati Membri) a fare in tempi brevi proposte nella direzione della sostenbilità.

 

Il Commissario Karmenu Vella

 

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